20.03.2012 – La recente emergenza neve che ha colpito numerose regioni del Paese ha messo in evidenza la difficile situazione in cui versa il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
La carenza di risorse, di personale, di mezzi e strumenti impediscono di rispondere in modo adeguato alle esigenze della popolazione nei momenti di bisogno.
Le OO.SS. regionali CGIL CISL e UIL VVF chiedono ai maggiori esponenti dei gruppi politici e ai Dirigenti del Corpo, con la nota pubblicata in allegato, un intervento nei confronti del Ministro dell’Interno e del Governo affinchè si apra una seria discussione sull’organizzazione di un sistema integrato di Protezione Civile che affidi sul territorio, una volta per tutte, il coordinamento delle attività operative durante la gestione degli eventi emergenziali.
Le organizzazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria lanciano a partire da oggi una campagna per denunciare il peggioramento delle condizioni di lavoro, muovendo dalla considerazione che i recenti fatti di cronaca che hanno fatto esplodere la crisi dei pronto soccorso siano solo il sintomo della crisi generale del sistema sanitario.
Denunciamo il peggioramento delle condizioni di lavoro, grazie al blocco del turn over ed all’esodo pensionistico, che determinano flessione del numero di medici a fronte di un aumento dell’attività, come dimostrano gli afflussi al Pronto soccorso.
Denunciamo che si sia fatta cassa con le nostre buste paga e con le nostre pensioni.
Denunciamo una minaccia alla libera professione intramoenia e agli istituti normativi ed economici contrattuali.
Denunciamo l’attacco alla nostra autonomia professionale,previdenziale e contrattuale.
Questi gli slogans che campeggiano sul manifesto e che rappresentano la sintesi delle battaglie condotte dall’intersindacale fino ad oggi, anche nei confronti delle direzioni aziendali e delle Regioni, che, con i tagli lineari dei costi fissi, rischiano di affondare il diritto alla salute dei cittadini insieme con le capacità dei professionisti.
ANAAO ASSOMED – CIMO-ASMD – AAROI-EMAC – FP CGIL MEDICI – FVM – FASSID – CISL MEDICI – FESMED – ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI – UIL FPL MEDICI – SDS SNABI – AUPI – FP CGIL SPTA – SINAFO
Risposta dell’Ispettore Generale Capo dell’ICQRF, dr. Serino alle richieste inoltrate al Ministro Romano
Stesura Regolamento disciplina passaggio funzioni assistenziali – da Uffici del Servizio Assistenza Sanitaria Naviganti al Ministero della Salute e province autonome.
Roma, 19 marzo 2012
FP CGIL
Rosa Rosini
Nella mattinata odierna la FpCgil Polizia Penitenziaria ha partecipato ai sit-in di protesta sul tema della previdenza del Comparto Sicurezza organizzati a Roma insieme a talune altre OO.SS. della Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria e Corpo Forestale dello Stato, e che si sono svolti davanti le sedi del Ministero del Lavoro, dell’Economia, della Prefettura e della Questura.
La partecipazione è stata molto alta.
Alleghiamo copia del lancio delle agenzia di stampa sull’iniziativa e alcune foto relative all’evento.
L’Amministrazione ha completato la rilevazione sulle elezioni RSU che si sono svolte il 5, 6 e 7 marzo. I dati confermano quanto avevamo comunicato già la scorsa settimana.
Al MIUR ha partecipato al voto oltre l’85% del personale. FP CGIL è il primo sindacato sia a livello centrale che periferico con circa il 34% (circa l’8% in più rispetto al 2007).
Siamo il primo sindacato in 12 regioni: ci confermiamo nelle sei regioni in cui lo eravamo già nel 2007 (Emilia Romagna, Lombardia, Molise, Sardegna, Sicilia e Toscana); lo diventiamo in Friuli Venezia Giulia, Lazio (in AC siamo oltre il 40%), Marche, Piemonte, Umbria e Veneto.
FP CGIL
Angelo Boccuni
Roma, 19 marzo 2012
Al Capo di Gabinetto
Pres. Mario Torsello
All’Organo Indipendente di Valutazione
Ing. Ciro Esposito
Alla Direzione Generale del Personale e degli Affari Generali
Dr. Marcello Arredi
Ufficio Relazioni Sindacali
Dr.ssa Fiammetta Furlai
OGGETTO: Sistema di valutazione del personale anno 2011.
La scrivente O.S. come già precedentemente denunciato non ha mai condiviso il Sistema di valutazione e di misurazione della performance, che viene a legare in modo univoco la performance al fattore presenza.
L’iniquità presenti nel D.L.vo 15/2009 peraltro recepite, nel nostro Sistema di Valutazione, sono ampliate da atti amministrativi che impattano negativamente nella concreta organizzazione del lavoro generando disagi e competitività negli ambienti di lavorativi che inficiano quella collaborazione indispensabile al raggiungimento di un buon risultato.
Le criticità che avevamo sollevato nei diversi momenti di confronto con l’Amministrazione sono ora rese evidenti dalla difficoltà e dalla iniqua applicazione del decreto in parola.
1. La circolare del Direttore Generale del Personale Dr. Marcello Arredi del 23 febbraio u.s. dettaglia le assenze utili ai fini della definizione del Coefficiente di presenza, e la gestione dei contratti part-time. Ai fini delle assenze si utilizza una interpretazione economica propria della contabilizzazione ai fini del FUA che non è coerente con l’impianto della norma che mira a misurare la “produttività”, concetto altro e diverso dalla presenza; inoltre è palesemente discriminatoria nei confronti del personale in part-time. La modalità di calcolo prevista dalla circolare in parola non prevedendo la contestuale riduzione del numeratore e denominatore, che generano il Coefficiente di presenza, non permette mai al personale in part-time di avere un coefficiente di presenza pari ad 1. Si evidenzia che il part-time è un contratto di lavoro che a fronte di una riduzione percentuale dell’orario di lavoro comporta una equivalente riduzione della retribuzione ma non della dignità e della qualità del lavoro prodotto.
2. Condizione indispensabile per l’avvio del sistema di valutazione della performance è la condivisione degli obiettivi che viene prevista negli ultimi mesi dell’anno precedente a quello cui fa riferimento la valutazione. La condivisione è elemento indispensabile per il coinvolgimento dei dipendenti nell’organizzazione del lavoro e, prevede che essi stessi possano presentare elementi di discussione e proposte migliorative a quanto predisposto dal valutatore (dirigente). Detto procedimento deve essere recepito in un verbale. Allo stato attuale non risulta che sull’intero territorio nazionale si sia adempiuto a quanto espressamente previsto, inficiando all’origine il processo stesso di valutazione.
3. La prevista comunicazione trimestrale sullo stato di avanzamento degli obiettivi al personale valutato non è mai avvenuta in nessuna sede di lavoro.
4. Si rende ora concreta la difficoltà di valutare il personale civile in Capitaneria di Porto caricando la responsabilità di detta valutazione sui dirigenti che espletano la loro attività su diverse posizioni organizzative e che non hanno modo di fornire una valutazione completa ed esauriente sul personale contrattualizzato che presta la propria opera a Km di distanza in strutture lavorative molto diverse e con una organizzazione del lavoro difforme da quella del valutatore.
5. Il Decreto sulla valutazione si rivolge alle unità organizzative, per le quali prevede l’individuazione degli obiettivi, tralasciando gli uffici di staff presso i quali, peraltro, lavorano un cospicuo numero di dipendenti che effettuano il coordinamento tra i diversi uffici periferici e svolgono compiti rilevanti presso Comitati o commissioni istituite in altre Amministrazioni. Valutare detto personale come media delle performance attribuite agli Uffici che esso coordina non valorizza le responsabilità delle mansioni affidate.
6. L’applicazione del sistema di valutazione a realtà lavorative in evidente sotto organico risulta incongruente con l’organizzazione del lavoro ivi presente.
Risulta, inoltre, discriminante valutare ESCLUSIVAMENTE il personale mediante una significativa differenziazione dei giudizi, condizione non prevista per i Dirigenti che nell’ambito della Direzione Generale possono riportare la medesima valutazione.
Quanto sopra premesso rafforza il diritto dei lavoratori di contestare la “pagellina”, chiedendo contestualmente conto di conoscere per iscritto le motivazioni del giudizio.
Considerando che la stessa partecipazione dei valutati al procedimento di valutazione è stata piegata alle esigenze e alle tempistiche dell’Amministrazione senza tener in alcun conto i diritti dei lavoratori; premesso quanto sopra si invita l’Amministrazione a volerlo sospendere, analogamente a quanto effettuato da altri Ministeri.
Rinnovando notevoli perplessità sull’introduzione dei criteri utilizzati per il pagamento del FUA nella determinazione del Coefficiente di presenza, si ribadisce la necessità di un Accordo sindacale per la condivisione dei principi su cui pagare il salario accessorio, istituto altro e diverso dal sistema di valutazione.
Ricordiamo che, come la CGIL ha sempre sostenuto la L.150/2009 (valutazione) comporta non soltanto effetti economici ma anche giuridici, che come sindacato cercheremo di contrastare con le modalità previste per legge.
Si resta in attesa di urgente risposta.
FP CGIL
La coordinatrice nazionale
Alessandra Allegrucci
Di seguito la lettera che abbiamo deciso di inviare al Ministro ed al Direttore Generale, avente per oggetto la grave situazione di ritardo che si è determinata sui pagamenti del salario accessorio e a seguito dell’incredibile rilievo mosso dalla Ragioneria Generale dello Stato sull’accordo sui progetti locali.
La lettera chiede ancora dei chiarimenti sui criteri che sono stati seguiti per le nomine dei nuovi Dirigenti, argomento sul quale il MIBAC non brilla certo per trasparenza.
Roma, 19 marzo 2012
FP CGIL MIBAC
Claudio Meloni
COMUNICATO
Quando all’indomani del Decreto Salva Italia, per effetto dell’art. 21, si è letteralmente bloccata l’intera l’attività dell’Inpdap, è stato chiaro a tutti che il percorso di integrazione INPS/ INPDAP avrebbe vissuto momenti non facili in cui l’intermediazione della politica (soprattutto su Governance e piano industriale) e la partecipazione sindacale( a tutela dei diritti e del lavoro) non sarebbero potuti assolutamente mancare.
La Cgil da subito, al primo incontro del tavolo nazionale per la firma del protocollo della mappatura per le RSU, ha richiamato alle proprie responsabilità i vertici INPS e sostenuto l’importanza che la loro azione fosse caratterizzata, già in questa prima fase di transizione, dal riconoscimento della stessa dignità professionale di tutti i lavoratori e le lavoratrici del vecchio INPS, come degli ENTI soppressi.
Eppure ,con cenni, per la verità neppure tanto timidi….
– La Circolare 3 dell’INPS, invece, ha profilato un vero e proprio sistema di “tutela legale”: che obbliga i Capo Contabili delle sedi ex INPDAP a trasmettere in “copia originale” le determinazioni, i mandati e le causali dei mandati, all’Ufficio ragioneria della sede INPS che insiste sullo stesso territorio, con un ingiustificata duplicazione di lavoro.
– Poi, la DIREZIONE è intervenuta con una disposizione quanto mai inopportuna che vieta la formazione dei lavoratori delle aree A e B su materie che in INPS sono appannaggio dell’Area C. Con ciò dimenticando completamente che nella realtà ex INPDAP la formazione professionale delle aree ha dovuto prescindere dalle competenze teoriche dei lavoratori per attestarsi, invece, sulle competenze e le conoscenze pratiche di uomini e donne di buona volontà senza i quali il lavoro non sarebbe potuto andare avanti e le prestazioni si fermerebbero tutt’ora.
– Con un’altra strana disposizione l’INPS ha vietato all’ex INPDAP di nominare economi non di area C, estendendo per relationem, senza alcun senso logico, un pezzo del modello organizzativo INPS all’ex INPDAP che vive ancora con un’organizzazione completamente differente.
– La stessa logica dell’allungamento delle disposizioni è stata seguita per lo scempio senza precedenti compiuto con la chiusura dell’assistenza diretta e della presentazione dei 730 per gli utenti e i dipendenti quando nella gestione ex INPDAP per il 2012 i 730 sono previsti tra gli obiettivi delle sedi, i corrispondenti soldi riconosciuti dallo Stato per questa prestazione sono inseriti nel fondo di Ente dei lavoratori Inpdap per il 2012, la formazione per la compilazione ed il controllo dei dati immessi ha coinvolto fino al giorno prima molti lavoratori in tutte le sedi d’Italia!
La chicca finale è stata , senza dubbio,la dichiarazione che il Pres Mastrapasqua ha rilasciato l’altro giorno in un’audizione al Senato relativamente ai” buchi contributivi dell’Inpdap“. Una dichiarazione pericolosamente priva dell’opportuna spiegazione delle motivazioni che hanno prodotto questo stato di cose a danno dei dipendenti della PA, che sembrano ricadere, ad un incerto uditore, direttamente sull’ex Istituto.
Sul punto, al contrario, la CGIL, addentro ai fatti e a piena conoscenza dei problemi strutturali che da tempo interessavano l’INPDAP, ha più volte richiesto un intervento del Legislatore volto a rendere sanzionabile l’evasione contributiva anche nella PA, affinché potesse essere accertata ed esigibile la quota da versare per ogni singolo dipendente iscritto.
Chi lavora all’ ex INPDAP questo lo sa bene e conosce tutti i motivi storici e procedurali che non hanno mai permesso la perfetta funzionalità della banca dati connessa alle posizioni assicurative pubbliche su cui c’è sempre stato l’impegno e l’attenzione della Cgil.
Tale puntualizzazione è doverosa e importante!
Infatti, se fosse effettivamente chiaro alla DIREZIONE INPS che la carenza funzionale è attribuibile alla vacatio normativa, non sarebbe uscita la settimana scorsa con una Circolare che estende la prescrizione quinquennale, prevista per i dipendenti privati, anche ai contributi dei dipendenti pubblici gestiti dalle casse ex Inpdap.
Un provvedimento che porterà ad un’ enorme ulteriore penalizzazione dei dipendenti pubblici che, non potendo fruire di un accesso esaustivo alla loro posizione contributiva, difficilmente avranno tutte le informazioni necessarie per esercitare, con cognizione di causa, il diritto di rettifica dei contributi loro certificati dall’ex istituto.
In buona sostanza, con queste disposizioni, è dimostrato il teorema che l’ex INPDAP è messo sotto tutela INPS e che, al di là delle dichiarazioni d’intenti dei vertici, con i primi provvedimenti adottati si è in presenza più di metodi di colonizzazione che di condivisione della stessa mission.
C’è da chiedersi cosa accadrà quando il processo di integrazione comincerà a coinvolgere i lavoratori, punto nevralgico che non può che essere gestito nella piena consapevolezza e conoscenza delle diverse realtà e professionalità esistenti.
La Cgil pensa che non è più rinviabile un tavolo di contrattazione nazionale, affinchè ad un inizio alquanto maldestro si sostituisca un percorso di integrazione condiviso che miri al riconoscimento di una pari dignità e tutela di tutti i lavoratori coinvolti e ad una maggiore garanzia delle funzionie delle prestazioni di welfare che,oranel suo complesso, l’INPS ètenuta a gestire con competenza e qualità.
Roma 19/3/2012
Il Coordinatore FPCGIL Inpdap
Marinella Perrini
I dati che ci giungono sull’adesione allo sciopero generale del comparto igiene ambientale parlano di una straordinaria mobilitazione contro il cosiddetto “Decreto crescitalia”, il dl Liberalizzazioni proposto dal Governo. L’adesione convinta dei lavoratori è la migliore risposta alla sciagurata idea di svendere il comparto di gestione dei rifiuti al mercato, senza regole e senza diritti, all’arroganza del Governo che ha negato il confronto alle parti sociali e umiliato la democrazia parlamentare.
In Lombardia l’adesione media è dell’80%, in ASIA Napoli al 60%, in Toscana al 90% con l’azienda di Firenze al 95%, a Torino al 90%, a Genova al 90%, in Ama a Roma al 60%, in Emilia Romagna oltre l’80%. Una buona adesione si registra anche nel Sud del Paese.
L’articolo 25 del DL 1/2012 non è indirizzato a uno sviluppo regolamentato del comparto e alla sua modernizzazione, ma lo abbandona alla giungla dei profitti senza tutelare ambiente e lavoro. Se lo sviluppo passa dall’aumento della tassa sui rifiuti, dalla polverizzazione delle imprese, dalla rottura del ciclo dei rifiuti, dall’esproprio delle competenze dei Comuni sul governo del territorio e dall'”allargamento” del perimetro degli appalti in odor di mafia, allora preferiamo essere nemici di questo strano modo di pensare alla modernizzazione del ciclo dei rifiuti.
La forte adesione allo sciopero non fa che aumentare la forza delle rivendicazioni avanzate unitariamente in questi mesi da Fp-Cgil, Cisl-Fit, Uil Trasporti e Fiadel. Al Ministro Clini e al Governo chiediamo l’apertura di un tavolo nazionale sul comparto igiene ambientale e un ripensamento sull’art.25, un passo indietro che parta da quel confronto che in questi mesi è purtroppo mancato.
Roma, 12 marzo 2012
Comunicato
VOTO RSU: LA FP CGIL E’
IL PRIMO SINDACATO DEL MINISTERO
La FP CGIL è il primo sindacato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con un vantaggio di oltre il 4% sulla seconda organizzazione sindacale.
Ringraziamo tutte le lavoratrici e i lavoratori, i candidati, i delegati FP CGIL e le strutture territoriali dell’organizzazione; ci impegniamo a far valere ai tavoli della trattativa la nostra forza.
Roma, 19 marzo 2012
Il Coordinatore nazionale FP CGIL
Ministero del lavoro e delle politiche sociali
Giuseppe Palumbo